Legalizzare l’aborto non l’ha reso sicuro

2008-06-18

Per 31 anni ho rimpianto di aver creduto alle bugie dell’aborto. Nel gennaio 1973, all’età di 28 anni, ero sposata con quattro bambini quando mio marito ed io facemmo la “misera scelta” dell’aborto, basandoci su bugie e su paure esagerate.
A mia insaputa, mio marito presumeva che un’altra gravidanza avrebbe comportato che io diventassi più anemica di quanto lo ero diventata con la precedente gravidanza. Quando disse che era l’unica cosa da fare, sapevo che cosa lui voleva dire. L’aborto era stato legalizzato la settimana prima. Temevo che il nostro matrimonio non fosse forte. Lui era preoccupato, io non fui abbastanza forte.
Fu molto diverso dal 1965 quando ero una ventenne nubile, studente di college ed incinta. Non avevamo mai pensato all’aborto allora. Non era legale. Ci sposammo.
Nel 1973 non compresi che ero diventata madre al momento del concepimento, quando comincia la vita. Spaventata e sotto pressione, andai da Planned Parenthood. Non mi diedero alcuna informazione sullo sviluppo del feto/bambino, neanche un test di gravidanza. Non fu fornita alcuna informazione sulla procedura abortiva, sui rischi e le conseguenze. Mi dissero: “Se hai dei problemi dopo, abbiamo degli assistenti disponibili”. Mi chiedevo: “Perché dovrei avere dei problemi?”
La notte prima dell’appuntamento chiesi: “Dio, c’è qualcosa di sbagliato in ciò che sto per fare? L’uomo dice che non è nemmeno vita. Che cosa dici Tu?”. Al mattino chiamò un impiegato della clinica per dirmi: “Il medico ha cancellato i propri appuntamenti di stamattina”. Non stavo ascoltando; presi un altro appuntamento! Mentre ero nella sala d’aspetto, c’erano altre tre donne. Due di loro pure erano sposate con figli. Sentii la loro conversazione: “È il nostro secondo, ed è troppo presto” – “Questo è il nostro terzo e ne vogliamo solo due”. La terza donna era più giovane ed era l’unica che piangeva.
Non pensavo a niente e non provavo niente, stavo già negando la realtà. Durante la procedura abortiva il mio utero fu danneggiato. A causa della mia “misera scelta”, dovette essere rimosso, il che portò alla deprivazione di estrogeni ed in seguito alla depressione. Legalizzare l’aborto non l’ha reso sicuro.
Un anno e mezzo dopo, dato che sentivo un peso opprimente di senso di colpa, lutto e vergogna, seppi “senza ombra di dubbio” che ero responsabile della morte di mio figlio. “Oh Dio, ho ucciso!”.
Legalizzare l’aborto non l’ha mai reso giusto. Legalizzare l’aborto non l’ha mai reso una cosa buona per le donne.
Quando il nostro terzo figlio nacque prematuro di due mesi e morì, la perdita portò lutto ma non senso di colpa. Ma l’aborto distrusse il nostro rapporto genitore-figlio e quasi distrusse il nostro matrimonio per via del senso di colpa, del lutto, della vergogna e dei rimproveri. Oggi mio marito ed io concordiamo sul fatto che la devastante “misera scelta” dell’aborto è stata la peggior decisione che abbiamo mai preso.
Dio ci ama così tanto che ha dato Suo figlio perché pagasse il nostro debito di peccato. Gesù Stesso ha portato il Suo stesso corpo sulla croce per offrirci perdono, per prendere la nostra colpa e la nostra vergogna, liberandoci per toccare i cuori, cambiare le vite, ripristinare la giustizia nella nostra nazione! L’aborto ferisce madri, padri, famiglie, e l’America!
Sei stata ferita dall’aborto? Stai pensando di abortire? Chiama il numero nazionale 1-866-482-LIFE [In Italia 8008-13000].

Myra Myers è la direttrice di Operation Outcry per il Texas. Ha prestato servizio come volontaria e direttrice di un centro di aiuto alla gravidanza di Okinawa. Ha partecipato alle attività del Christian Women’s Clubs per 28 anni in Texas, New Hampshire, Okinawa, Tokyo e Seoul.
Myra ha testimoniato a favore del “Women’s Right To Know Bill” [legge che prescrive tra l’altro che le donne che vogliono abortire devono essere messe a conoscenza dell’aiuto che possono ricevere in caso portino a termine la gravidanza] nel Consiglio delle Commissioni Salute del Texas. Ha anche testimoniato a favore del “Prenatal Protection Act” [legge che punisce l’uccisione di un nascituro contro la volontà della madre] in un’audizione al Parlamento del Texas.
Myra e Gary, suo marito da 40 anni, risiedono a Flower Mound nel Texas. Sono genitori di sei figli e nonni di 15 nipoti.


http://64304.netministry.com/images/MyraJ.Myers-June08.pdf
Video testimonianza di Myra Myers
Un grido senza voce


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