Un memoriale per le vittime dell’aborto

2009-09-15

Ho trovato questo post su un blog americano e con il permesso dell’autore ve ne propongo la traduzione.

Museo e Memoriale dell’Olocausto Americano?
John Francis Borra


Disarmanti parole di benvenuto,
Auschwitz


Disarmanti parole di benvenuto
, Wichita
[per chi non conosce l’inglese: il cartello dice “Salute delle donne”;
si tratta della famigerata clinica di Wichita del dottor Tiller,
dove venivano effettuati aborti a nascita parziale
, ndT]



Avvertimento nel recinto perimetrale, Auschwitz



Avvertimenti nel recinto perimetrale,
Wichita



Madri e figli mentre entrano nell'edificio di sterminio, Auschwitz


Madri e figli mentre entrano nell'edificio di sterminio,
Wichita



Crematorio dell’epoca nazista, Auschwitz



Crematorio dell’epoca abortista, Wichita


Non molto tempo dopo l’uccisione di George Tiller mi è capitato di pensare che i suoi eredi potrebbero avere difficoltà a disfarsi delle proprietà del defunto abortista. Chi davvero vorrebbe le proprietà e gli edifici usati per massacrare decine di migliaia di esseri umani? Come sostenitore pro-life ed ex designer di esposizioni museali, io le vorrei. Perché l'uso più appropriato di una tale proprietà è un memoriale educativo alle vittime dell’aborto. Se il campo di sterminio di Auschwitz può essere riabilitato, perché non la fabbrica di aborti di Wichita?
Lo possiamo chiamare il Memoriale e Museo dell'Olocausto Americano.
Nonostante tutte le differenze, Auschwitz e Wichita hanno qualcosa in comune: orrendi edifici nei quali membri di popolazioni private di diritti venivano processati, uccisi ed incineriti. Ma, ancor di più, entrambi i luoghi illustrano i metodi in comune e la follia dei nazisti di ieri e degli abortisti di oggi...
Per proteggersi dalle reazioni della gente, i nazisti cercarono di nascondere le prove del genocidio dietro il filo spinato dei campi di sterminio; i sostenitori dell’aborto che sanno quanto sia importante l’immagine si scatenano quando vengono mostrate fotografie di bambini vicini al parto senza visceri, smembrati. I nazisti disumanizzavano le loro vittime, negando loro lo status legale di persona e chiamandoli parassiti; i sostenitori dell’aborto rifiutando di riconoscere lo status di persona di un nascituro e li chiamano prodotti del concepimento. I nazisti usavano il termine antisettico soluzione finale per il massacro degli Ebrei; i sostenitori dell’aborto usano libertà riproduttiva, pianificazione familiare, cura della salute delle donne, scelta ed altri termini innocui – positivi invero – per il massacro dei bambini.
Proprio come le visite ai terrificanti edifici di Auschwitz ora hanno gettato luce sulla realtà dell’epoca nazista in Germania, così le visite alla sconvolgente fabbrica di aborti di Wichita getterebbero luce sulla realtà dell’era abortista in America.
E non c'è bisogno più impellente che insegnare alla nostra gente, specialmente alla nostra gioventù, la terribile verità dell'olocausto americano [e purtroppo non solo americano, ndT].

Le foto sono di Stuart Bensch (http://dr-tiller.com) e Cheryl Sullenger (http://www.operationrescue.org)

The American Holocaust Memorial & Museum? dal blog Veritatis: The Cartoon



2 commenti:

walter angius ha detto...

avete per caso notizia di abortisti sterminati sotto il nazismo e lo stalinismo? ho provato a fare ricerche in proposito ma finora non mi risulta che qualche abortista sia mai stato ucciso sotto i due principali totalitarismi del XX secolo ambedue contrari all'aborto. se avete del materiale documentario in proposito vi prego di inviarmelo. la mia mail è toresos@tiscali.it

agapetòs ha detto...

Signor Angius, non mi è chiaro il suo commento. L'aborto era consentito sia nel Terzo Reich che nell'Unione Sovietica, che peraltro fu il primo stato a legalizzarlo.